Consolati italiani all’estero, revocata la scelta della Farnesina della chiusura di alcune sedi per tagliare le spese di governo

La Farnesina in queste ora ha deciso di revocare la chiusura delle due sedi consolari di Adelaide e Brisbane, notizia che coglie di sorpresa anche il senatore Francesco Giacobbe e i due deputati eletti all’estero per le sedi di riferimento.

La notizie è stata veramente inaspettata, in quanto sembrava che nulla potesse revocare la decisione già presa dalla Farnesina.


Il momento di forte austerity che l’Italia e l’Europa stanno attraversando, non poteva che non interessare anche il taglio delle spese per le sedi consolari estere italiane.

Nei mesi scorsi il Ministero degli Affari Esteri aveva confermato la chiusura di ben 13 sedi consolari italiane nel mondo tra cui due in Australia e precisamente le sedi di Adelaide e Brisbane.

 La decisione iniziale presa dal governo Berlusconi, sospesa successivamente del governo Monti ed infine riconfermata senza un vero dibattito parlamentare dall’attuale governo Letta, aveva destato una forte polemica di Comites, CGIE e di tutte le comunità italiane nel mondo nonché degli stessi deputati eletti per le sedi estere.

Nei giorni scorsi la notizia di chiusura era stata confermata dalla Farnesina la quale aveva anche esteso la normativa agli istituti di cultura estera per un totale di 33 sedi nel mondo (tra consolati e Istituti di cultura).

La reazione dei parlamentari eletti all’estero non si è fatta attendere, i quali hanno presentato due atti d’indirizzo depositati uno presso il Senato, l’altro presso la Commissione esteri della Camera nella forma di una risoluzione, spiegando l’improrogabilità di soppressione dei servizi consolari, resi necessari al fine di garantire un supporto stabile verso tutte le comunità italiane stabilmente residenti all’estero, e motivando l’azione di supporto resa, verso tutti gli italiani che decidono di espatriare all’estero.

I ministri eletti all’estero avevano supportato l’azione di ridimensionamento delle spese consolari, ma avevano specificato di mantenere gli attuali servizi erogati dalle sedi estere per i connazionali.

La loro azione sembrava non sortire gli effetti sperati.

I deputati e senatori eletti all’estero si sono congratulati per la decisione intrapresa di aprire un confronto parlamentare sui questi temi, con il governo Letta, il ministro Bonino e la vice ministro Dassù.

Il ministro Fedi e il senatore Giacobbe si sono assunti l’impegno per una riforma complessiva che porterà alla riorganizzazione del Ministero degli Esteri.

Approvazione è arrivata dal Premier del South Australia Jay Weatherill che si è dichiarato compiaciuto della scelta che il governo italiano ha preso nei confronti dei suoi connazionali residenti all’estero.

Lo stesso Weatherill ha detto che Letta costituisce una vittoria per la comunità italiana d’Australia specialmente quella residente in South Australia dove vivono circa 90 mila persone, e che costituisce la comunità italiana demograficamente più anziana di tutto il paese; per la quale la chiusura della sede consolare di riferimento, poteva comportare notevoli disagi in termini di fruizione di servizi, dovendo necessariamente richiederli  presso strutture consolari ubicati in altri stati australiani.

Le strutture consolari sono organi istituzionali indispensabili per le comunità italiane, permettono di avere un contatto diretto con il proprio paese di origine e allo stesso tempo erogano servizi sociali indispensabili difficilmente fruibili senza doversi recare obbligatoriamente in Italia.

I tagli della spesa pubblica vanno sicuramente incentivati, ma valutando dove effettivamente bisogna operare il taglio, e ristrutturando le sedi e gli organi istituzionali che erogano servizi basilari, affinché vi siano meno sprechi di denaro pubblico ed un apporto concreto di efficientismo funzionale, eliminando i fattori burocratici che ne limitano l’efficacia.

Davide Lombino

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