Costituzionalità dei limiti anagrafici nei criteri di assunzione aziendale, elementi “ad personam” discriminanti applicato soltanto dalle aziende sul territorio italiano

Cari Amici lettori e lettrici, giorno 12 febbraio avevo pubblicato un articolo, riguardante l’incostituzionalità dei limiti anagrafici, come elemento inclusivo dei criteri di selezione aziendale.

Dopo la mia pubblicazione, mi sono preso la briga di mandare una email, alle maggiori testate giornalistiche italiane (il link alla email lo troverete a fine articolo), per cercare di sensibilizzare il problema, e vedere se nel contempo riuscire a risolvere una questione che ormai in Italia va avanti da fin troppo tempo.

Alla data odierno non ho ricevuto nessun riscontro proattivo, da parte di nessuna delle testate giornalistiche a cui ho scritto.

Non farò l’elenco dei giornali contattati, ma troverete in allegato a questo articolo, il testo della email inviato alle varie redazioni.

È semplicemente sconcertante pensare che un’anomalia del genere possa andare avanti da tanti anni, senza che nessuno faccia veramente nulla, per cambiare un requisito attitudinale discriminante e incostituzionale, il quale non dovrebbe essere fra l’altro un elemento valutativo ai fini professionali, per l’inclusione o meno dei possibili candidati.

Inoltre, il requisito anagrafico, viene richiesto soltanto se l’azienda pubblica o privata che sia, opera su territorio nazionale, tale elemento scompare totalmente, se l’applicante residente all’estero, decide di concorrere per una selezione di concorso pubblico nazionale, inerente a posizioni aperte sul territorio estero.

Il 12 ottobre scorso, il consolato generale italiano con sede a Melbourne, ha indetto un concorso pubblico, come assistente amministrativo nel settore segreteria-archivio del consolato stesso, i termini di scadenza del concorso erano fissati a fine novembre 2018 (bando allegato a fine articolo).

Fra i requisiti richiesti, non c’era nessun riferimento ai limiti anagrafici, il concorso era rivolto ai cittadini italiani residenti in Australia da almeno due anni i quali erano in possesso di diploma d’istruzione secondaria di primo grado o equivalente.

Come possiamo vedere la costituzionalità dei criteri di assunzione vengono applicati o meno, a seconda se il cittadino si trova residente all’estero, ci troviamo di fronte ad una forma di vizio giuridico di fatto, che renderebbe annullabile i criteri selettivi stessi, e di conseguenza il concorso, in presenza del suddetto elemento anagrafico nei criteri di assunzione aziendale, il quale fra l’altro come già detto risulta anche discriminante.

Siamo di fronte ad un’altra anomalia del tutto italiana, dove la legge in Italia si fa, ma poi si interpreta in mille altri modi, sicché ognuno l’applica come vuole.

La cosa che più mi preoccupa e mi delude profondamente di tutta questa questione, resta l’assenza di giustizia sociale, la totale apatia ed insofferenza da parte delle nostre autorità politico-istituzionali, ai fattori di ordine costituzionale riconducibili a eventi di giustizia sociale, i quali dovrebbero essere posti al primo posto in qualsiasi forma di democrazia avanzata.

Bisogna che il cittadino prenda coscienza di tutto ciò, affinché possa utilizzare gli strumenti che la democrazia mette a sua completa disposizione (i quali fra l’altro ci scordiamo di poterli esercitare liberamente, diritto garantito dalla Costituzione stessa, esempio il referendum), per poter far valere i proprio diritti sociali, e non soccombere sotto coloro che vogliono usare la nostra Costituzione come un semplice pezzo di carta scritta, quale elemento e documento storico, comprovante la nascita della nostra Costituzione, privando quest’ultima dei pieni poteri giuridici che attribuisce ai cittadini.

Spero che il mio articolo non venga interpretato come la semplice amarezza, e frustrazione di un cittadino espatriato, ma bensì come un grido di rabbia e di monito, per tutti coloro che della Costituzione ne fanno una strumentalizzazione giuridico-mediatica.

Davide Lombino

Email inviata alle Redazioni

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