Decadentismo politico italiano, fattore di rischio per una democrazia precaria

Viviamo in un’epoca segnata dal decadentismo socio-politico culturale, condizione più marcata in alcune aree del nostro continente rispetto ad altre.

In Europa ad esempio; i diversi nazionalismi cresciuti soprattutto nell’ultimo decennio hanno fatto sì di portare un maggiore incremento di questo processo degenerativo in alcuni paesi piuttosto che altri.

Stati come il Regno Unito o i Paesi Bassi; stanno cercando con la loro azione di governo di moderare questo processo corrosivo che lede la condizione umana dei cittadini, ma altri paesi come l’Italia hanno finito per assecondarlo ed accentuarlo.Ne deriva la decadenza dei valori cardine sui quali si è basata l’umanità nel corso dei secoli, i quali hanno avuto come diretta conseguenza la crisi esistenziale e morale dell’uomo.

Le dirette conseguenze sono sotto gli occhi di tutti; in primis la crisi delle tonache cattoliche; si contano almeno duemila abbandoni l’anno; una vera e propria “emorragia ecclesiastica”, che sta destando non poche preoccupazioni da parte di papa Francesco.

Stesso discorso vale in campo politico; il frazionamento e la nascita di nuove coalizioni, seguono filoni e correnti derivate da ideologie originarie di destra e di sinistra; che ormai si trovano soltanto enunciate nei libri di scuola sotto la voce storia, e che non trovano nessuna validazione nei programmi politici delle attuali coalizioni.

Ecco che si delinea l’unica vera realtà che accomuna tutti i politici e parlamentari della nostra repubblica; senza distinzione di partito o corrente, cercare di non creare una riforma elettorale valida, che possa permettere a qualcuno di prendere il paese per mano e guidarlo.

Sta bene così a tutti; lo dimostra il fatto di aver creato un’altra legge elettorale che sicuramente non permetterà di creare una maggioranza valida tale da creare quella stabilità di governo; che possa assicurare un’azione esecutiva, legislativa e giurisdizionale stabile per il prossimo quinquennio.

Assistiamo pertanto non ad una campagna elettorale; ma ad un vero e proprio “circolo delle marionette” dove tutti entrano in gioco al solo scopo di discriminarsi a vicenda; se poi nessuno vince le elezioni; poco importa; si può andare avanti anche con i governi provvisori non democraticamente eletti (esclusività tutta italiana).

Il prodotto di tutto ciò è l’abdicazione del sistema democratico italiano; a nessuno importa più la democrazia, perché’ nessuno la rispetta più.

Non esiste più una vera educazione politica.

La carta costituzionale della repubblica italiana resta un documento storico da appore in una teca per essere mostrata al pubblico presso il museo della storia della repubblica italiana.

Cari amici lettori faccio veramente fatica a capire come si possa andare a votare, con un sistema precario il quale conta altissime possibilità che questa tornata elettorale si risolvi in un grande “flop”; con il consequenziale spreco di denaro pubblico.

Serietà poca, ma colpi bassi molti, questo è il backstage del nuovo reality show chiamato “Politicanti on the road”.

Il voto per esempio, unico e potente strumento democratico in mano al popolo è stato anch’esso strumentalizzato, infatti con l’abolizione dell’elezione diretta del presidente del consiglio dei ministri, e con la conseguenziale indicazione della preferenza alla coalizione politica; ci troviamo a subire candidati premier che non rappresentano al meglio la volontà popolare, ma bensì esprimono gli interessi ed il consenso del partito che rappresentano.

A questa tornata elettorale personalmente non mi resta che sono una scelta, dichiararmi obiettore di coscienza.

Davide Lombino

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un'altro punto di vista