Decreto “Salva Italia” al via il taglio delle provincie

Il governo italiano continua la sua azione esecutiva sul decreto “salva Italia”, approvando la legge che nel 2014 portera’ alla riduzione delle provincie dalle attuali 86 ad 51. 

Legge da tempo discussa ed avversata dalle stesse provincie che hanno visto progressivamente tagliare prima i loro budget, ed ora si trovano davanti alla irreversibile scelta del taglio delle provincie stesse. Il decreto verra’ attuato soltanto nelle regioni a statuto ordinario; per il momento quelle a statuto speciale sono interessate al taglio dei costi amministrativi e sprechi che da anni hanno scialaquato a discapito di erogare servizi pubblici efficaci ed efficienti. Il decreto prevede che il riordino delle provincie parta da novembre del 2013, quando si terranno le elezioni per la nomina dei nuovi vertici, i quali saranno composti dalla nomina del presidente della provincia e dal consiglio provinciale, con la relativa soppressione della giunta provinciale. <br />La reazione da parte delle provincie e’ stata dura; il presidente dell’ UPI  (Unione Provincie Italiane) Giuseppe Castiglione; ha dichiarato che nell’accorpamento di alcune provincie  sono state fatte delle vere e proprie forzature, reazione durissime anche da parete dei presidenti provinciali che hanno disapprovato la scelta dell’esecutivo di sopprimere le varie giunte provinciali. 

Le reazioni piu’ forti sono state espresse dai comuni che verranno accorpati, tra questi ci sono: Varese che verra’ annessa a Como e Lecco, il presidente della provincia Dario Galli ha dichiarato l’assurdita’ del suddetto accorpamento in considerazione che la sola provincia di Varese conta un milione di abitanti. Altri accorpamenti di rilievo previsti saranno tra le citta’ di Firenze che accorpera’ Prato e Pistoia, Teramo sara’ incorporata con L’Aquila, Perugia e Terni formeranno solo una provincia, Avellino accorpera’ Benevento. Dal primo gennaio 2014 diventeranno operative le citta’ metropolitane che sostituiranno le provincie nei maggiori poli urbani. (queste saranno: Roma, Torino, Milano, Venezia,Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria). 

Inoltre sempre dal primo gennaio 2014 il presidenti delle provincie dovranno delegare l’esercizio di funzioni delle giunte, ai consiglieri provinciali (massimo tre), in seguito alla loro soppressione. Il decreto prevede anche il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi provinciali e comunali, inoltre verra’ anche confermata la soppressione degli assessorati ed gli organi politici dovranno aver sede nei rispettivi capoluoghi. 

Tutto cio’ ha avviato un processo di tagli alla spesa pubblica, passo importante e di esempio per gli italiani che hanno visto progressivamente appesantire la pressione fiscale sulle loro spalle per fronteggiare l’attuale grave crisi economica. 

Un ulteriore taglio si dovrebbe operare alla politica vera e propria, che in Italia e’ stata perpetrata dai nostri politici come privilegio di casta, dimenticando la funzione sociale che la stessa ha nei confronti dei cittadini stessi. 

I politici italiani non solo si formano come una corporazione di casta; ma allo stesso tempo cercano di alimentari quei privilegi dai quali possano trarre il massimo vantaggio; dare un forte segno di cambiamento partendo dalle provincie, e’ sinonimo che qualcosa si voglia fare per cambiare le sorti del nostro Paese. 

Auspichiamo al governo Monti che possa approvare una nuova serie di riforme prima delle prossime elezioni, atte a ridurre quanto piu’ possibile i privilegi di una classe politica barbaricamente cronicizzata nei privilegi, lontana dalla realta’ sociale e viziosa.

Davide Lombino


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