Leo Bretholz racconta gli affari commerciali della tratta degli ebrei, tra ferrovie francesi e nazisti

La storia del nazismo e delle atrocità perpetrate negli anni della seconda guerra mondiale, nonché di tutte le vicende che hanno interessato direttamente la deportazione del popolo Ebreo, non è ancora stata del tutto raccontata.

Affiorano ogni giorno nuove vicende da parte di testimoni diretti, che hanno vissuto sulla loro pelle l’onta della deportazione, e la lesione di tutti i diritti umani.

Ho ricevuto in questi giorni l’email da parte di uno di questi deportati Leo Bretholz, riuscì a scappare dal treno nel quale si trovava e che era diretto ad Auschwitz, il quale l’avrebbe condannato ad una morte certa all’età di 21 anni.


All’epoca Bretholz viveva in Francia e nel treno in cui si trovava; c’erano altre mille persone, anni dopo apprese che di quei mille ritornarono a casa solo cinque persone.

Bretholz ha parla nella sua email, dell’atrocità di cui le ferrovie francesi si sarebbero macchiate all’epoca della deportazione.

Le SNCF ( sigla delle ferrovie francesi) nel periodo nazista, avrebbero trasportato dalla Francia verso i campi di concentramento nazisti 76 mila persone, delle quali 11 mila bambini ed alcuni piloti americani che erano prigionieri di guerra in Francia.

Il servizio reso dalle compagnie francesi, non fu a titolo gratuito, ma ricevettero un compenso da parte del regime fascista per persona trasportata e per chilometraggio percorso.

Bretholz si trasferì nel 1947 a Baltimore, in Maryand negli Stati Uniti, e non ritenne mai di dare testimonianza di ciò che accadde in Francia con le ferrovie francesi.

Solo più tardi ed esattamente 15 anni dopo il suo arrivo in America, apprese da un cugino la triste notizia, che sua madre e sua sorella morirono nei campi di concentramento.

Preso dal dolore e spinto dall’incitazione della moglie, Bretholz decise che era arrivato il momento di parlare e raccontare anche la sua esperienza, motivando la sua esistenza in vita, come testimone delle atrocità subite dal nazismo e narratore vivente soprattutto alle giovani generazioni, di ciò che aveva visto e subito per lasciare una vivida memoria affinché il tutto non potesse  più accadere.

Bretholz continua nella sua email a raccontare che la SNCF oggi è parte di un progetto per la costruzione della ferrovia “light-rail Pulple Line” nello stato del Maryland, per un operazione contrattuale pari a più di 6 miliardi di dollari americani, il quale rappresenta il contratto più remunerativo che lo stato del Maryland abbia mai firmato.

Le ferrovie francesi si sono sempre rifiutate di pagare un indennizzo alle famiglie delle vittime degli ebrei, i quali per complicità delle stesse per fini di lucro, vennero deportate nei campi di concentramento.

Oggi Bretholz alla veneranda età di 93 anni, lancia su sito www.change.org la sua petizione (il link alla petizione: Petizione di Leo Bretholz) chiedendo la condanna al pagamento di un indennizzo monetario, da parte della SNCF come risarcimento danni alle famiglie degli ebrei deportate per mezzo delle ferrovie francesi.

La storia raccontata da Leo Bretholz è semplicemente agghiacciante, come le tante altre raccontate dagli Ebrei ancora in vita che furono vittime del nazismo.

Resta la speranza che la petizione possa raccogliere le firme necessarie per essere presentata al varo delle autorità governative francesi, ciò non darà indietro i familiari uccisi degli Ebrei, ma cercherà di rendere un po’ di giustizia ad un popolo, che ancora oggi per opera di organizzazioni naziste e filo naziste, resta vittima di violenze verbali e in alcuni casi anche fisici.

Davide Lombino

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