L’Europa ed il lavoro che non c’è
La depressione economica e la rigidità del sistema derivante; apportano inevitabilmente dei correttivi economici esterni, per fare in modo che l’economia continentale non collassi del tutto.
Inevitabilmente il mondo del lavoro è il settore economico dove si ha la necessità di operare quelle manovre correttive prioritarie; per far si che il processo involutivo economico cambi direzione. I contratti a tempo indeterminato diventano utopie di pochi privilegiati; essendo sempre più rari; ciò dovuto ad un sistema economico inflazionato e volatile; dove si cerca di abbattere i costi fissi a fronte di ricavi variabili.
Ecco che il lavoro a tempo indeterminato; viene vissuto dagli economisti; come un collo di bottiglia per l’economia continentale; dove in virtù della sua essenza di costo fisso aziendale, mina un sistema economico debole e precario. I governi si adoperano per la creazione di posti di lavoro su base flessibile ; come nel caso dell’Expo 2015 che interesserà il nostro paese per sei mesi nell’area suburbana adiacente Milano. Il governo a varato una legge per la stipula di 800 nuovi contratti di lavoro che andranno dall’apprendistato allo stage formativo. Si penserà a questo; come un governo che ha creato nuovi posti di lavoro; ma ser pur vero ciò interesserà ed impiegherà una cerchia ristretta di persone solo per un breve lasso di tempo.
Nessuna programmazione a lungo termine, processo reso ancora più difficile dalla classe imprenditoriale; che intende limitare i cosiddetti costi fissi d’azienda; ed in particolare i costi del lavoro.
La situazione delineata è simile ovunque in campo europeo; l’unica differenza (per così dire); rimane nella meno volatilità sull’aticipità dei contratti di lavoro dell’Europa rispetto al nostro paese. I governi tendono a rassicurare e nello stesso tempo s’impegnano per trovare una soluzione al problema della disoccupazione che diventa sempre più un problema sociale rilevante; ma la questione è molto complessa; e non dipende solo da una buona politica condotta da un esecutivo; bisogna considerare che entrano in campo valutativo altre variabili in gioco.
Quando un politico si arroga il diritto di enunciare pubblicamente che risolverà il problema del lavoro; il suo resta un puro discorso demagogico. Bisogna acquisire flessibilità mentale e pensare che il lavoro bisogna cercarlo incondizionatamente; senza preclusioni di luogo; durata e tempo; tenendo presente le proprie attitudini e i percorsi formativi condotti, cercando di essere più preparati possibili; in relazione alla posizione che si ambisce a ricoprire.
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Grazie per averci contattato, ma personalmente penso che in Italia sono poche le persone con una vera passione ed ancora meno chi usa quest’ultima per creare una sana e costruttiva politica.