Ferrovie, Elia il nuovo Ad, Commissione Ue deferisce Italia sul mancato regolamento sui diritti dei viaggiatori

Nei giorni scorsi abbiamo assistito alla nomina del nuovo AD delle Ferrovie dello Stato.

Dopo otto anni di gestione Moretti al vertice Fs (insidiatosi nel 2006); il quale è passato alla direzione di finmeccanica, i vertici aziendali si sono riuniti per la scelta del nuovo AD.

La fumata bianca è arrivato sul nome di Michele Mario Elia nella nomina del nuovo AD e Marcello Messori come presidente del gruppo Fs.

Con la nomina del nuovo AD si procederà al rinnovamento di tutto il cda del gruppo Fs
Elia era già AD di Rfi società controllata da Fs, ed era il candidato più quotato (dopo quattro rinvii) alla vigilia della quinta riunione dei vertici Fs per la guida delle Ferrovie.

Il nuovo gruppo dirigente delle Ferrovie, dovrà affrontare un nuovo percorso di rilancio aziendale, ma anche problemi vecchi e disattesi all’azienda, ma poco conosciuti dall’opinione pubblica, i quali incombono sul gruppo Fs, e necessitano di una pronta risposta.

Fra questi c’è un tema molto caldo e non ancora affrontato da Ferrovie Italiane S.p.A., al cui la Commissione Ue ha già deferito il nostro paese alla Corte di Giustizia.

Riguarda il mancato adeguamento alla normativa comunitaria in materia per il trasporto ferroviario, di non aver istituito un organo di vigilanza, ne stabilite le sanzioni per il mancato rispetto del regolamento.

La mancanza di un organo ufficiale di controllo autorizzato a vigilare sulla corretta applicazione del regolamento sul territorio, e la mancanza di sanzioni atte a punire chi trasgredisce il regolamento stesso, sono due elementi fondamentali secondo i quali la Commissione Europea si è espressa a favore, ciò per garantire i diritti a tutti i passeggeri che viaggiano in Europa, attraverso una protezione normativa nel caso in cui si verifichino dei problemi.

Già il 20 novembre 2013 l’Italia era finita sotto osservazione da parte della Commissione Ue, per la scarsa attenzione posta, alle condizioni dei pendolari e dei passeggeri nel nostro paese (un analisi svolta su un campione di tre milioni di persone).

La Commissione Ue aveva inviato un parere motivato contestando all’Italia la mancata adozione di misure, atte a garantire i diritti dei viaggiatori, nonostante siano passati quattro anni dalla data fissata per l’entrata in vigore del regolamento stesso (3 dicembre 2009).

Questo non è tutto, la Commissione Ue lo scorso 8 febbraio aveva anche severamente bocciato l’Italia, per la violazione delle norme Ue sui diritti dei passeggeri disabili, di chi viaggia in nave e nei ritardi dei risarcimenti di chi compra pacchetti vacanza da tour operator che poi falliscono.

Ritornando alla questione Fs, il deferimento della Commissione Ue alla Corte di Giustizia riguarda anche un altro fattore chiave delle Ferrovie.

La stessa Commissione aveva avviato un’indagine approfondita, per valutare se alcune compensazione per obblighi di servizio pubblico e il trasferimento a titolo gratuito di asset, nell’ambito del mercato italiano del trasporto ferroviario di merci, sono compatibili con le norme Ue in materia di aiuti di Stato.

Sono benefici che finiscono a società appartenenti al gruppo Fs direttamente controllate quali: Trenitalia e FS Logistica.

La Commissione ha spiegato che esaminerà se le misure in questione, hanno conferito un vantaggio economico selettivo a Trenitalia o ad altre società del gruppo, a scapito dei concorrenti, valutando poi la veridicità delle asserzioni presentate in due denunce, riguardanti due misure distinte. 

Se la prima riguarda il trasferimento a titolo gratuito di alcuni asset dell’infrastruttura ferroviaria da Rti a favore di Trenitalia e FS Logistica, la seconda si riferisce alle compensazioni che Trenitalia riceve dal 2000 per l’adempimento di obblighi di servizio pubblico nel settore del trasporto merci.

L’Italia ha già chiarito come le misure siano necessarie per garantire il servizio universale di trasporto merci verso il Sud della penisola, ma Bruxelles intende vigilare sulla vicenda, per capire se tutto rientri nella disciplina prevista dall’Ue.

Per il nuovo gruppo Fs l’esordio non è dei migliori, vedremo se saranno in grado di dare delle risposte concrete alle richiesta che la Commissione Ue più volte ha avanzato, e sempre disattese dal vecchio vertice aziendale.

Cambiare un gruppo dirigenti non significa sostituire gli uomini di comando, ma far sì che chi subentra, sia in grado di apportare quelle giuste manovre correttive per rimettere in questo caso le ferrovie sul corretto binario di partenza.

Davide Lombino

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