La scrittura, assolve ad una funzione sociale, la sua formale correttezza lessicale rappresenta la sublimità della lingua stessa


La comunicazione scritta e verbale usano canali e tratti distintivi ben definiti e diversi allo stesso tempo.
La comunicazione verbale può essere definita come la maniera non convenzionale di comunicare, non segue nessuna etichetta rigida, permette alcuni intransigenze letterarie, le quali sono difficilmente ammissibili, la comunicazione scritta invece è appropriatamente chiamata formale in quanto segue tutte quelle regole che nella comunicazione verbale possono essere omesse.

Ciò avviene perché chi ascolta pone la sua attenzione a ciò che l’altro interlocutore sta dicendo, piuttosto che nella maniera in cui esso lo comunica.
La comunicazione scritta ha delle regole rigide intransigenti, perché rappresenta la via ufficiale in cui una lingua viene presentata al mondo, e la sua sublimità e rivolta soprattutto a coloro che sono di madrelingua, per darne una linea distintiva e permettere di far apprendere il corretto e formale modo di comunicare, soprattutto in quanto la scrittura a differenza del lessico verbale, ha e svolge una funzione sociale, ovvero quella di essere per gli altri, di essere chiara e concisa e comprensibile da parte di tutti.
Questo preambolo ha la sua efficacia, leggendo le pagine di giornali online, passando tra una testata giornalistica all’altra, mi accorgo che anche il gota dei giornalisti italiani, commettono orrori grammaticali (dovrei appropriatamente chiamarli errori qualora rappresentassero piccolezze, ma volutamente li ho chiamati orrori per l’abominevole non appropriatezza nell’uso soprattutto delle coniugazioni verbali).
Gli errori possono sfuggire a chiunque, non sono certo qui per criticare, ma vorrei sottolineare la superficialità adottata nel pubblicare un articolo (specialmente se accreditato il quale riporta una notizia ufficiale), senza porre particolare attenzione alla revisione lessicale.
Si può definire quest’ultima parte la più importante della comunicazione scritta, in quanto la formalità della scrittura diventa perfetta ed autorevole, sole se attraverso un attenta revisione dello scritto si eliminano o si riducono quanto più possibile gli errori orto-grammaticali.
Potremmo essere i migliori scrittori sulla piazza, ma senza una dovuta revisione dello scritto, rischiamo di far perdere peso ed autorevolezza a ciò che comunichiamo, in quanto un buon scritto disegna nella mente umana ciò che effettivamente lo scrittore trasmettere.
La mente si trasforma in un istogramma che man mano che legge ed apprende i contenuti, ne disegna a tratti i concetti, per poi imprimerli nella nostra mente e farli propri.
Ciò avviene anche per gli errori, anch’essi si fissano nella mente umana e fanno focalizzare l’attenzione del lettore sull’errore lessicale che sul concetto reale espresso.
Ecco perché ritengo che la scrittura, oltre ad essere un arte tramandata nei secoli, assolve ad una funzione sociale.
Si scrive per gli altri mai per se stessi e ciò dovrebbe essere sempre tenuto in mente da parte di chi scrive, a prescindere che lo faccio per hobby o per professione, per lavoro o per esigenza.
Le società moderne dando maggiore rilevanza alla comunicazione scritta che verbale, ciò dovuto anche a fattori di chiarezza intenzionale nell’esprimere ciò che effettivamente si vuole comunicare.
Un giornalista, scrittore, blogger e chiunque altro adoperi la scrittura come forma di comunicazione, dovrebbe tenere questi punti ben presenti, per cercare quanto meno di rendere il proprio lavoro quanto più professionale possibile.
 Davide Lombino
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