L’Italia costituzionale permeata da una classe politica fallimentare

Il 2013 sarà l’anno delle nuove elezioni in Italia; l’anno in cui gli italiani saranno chiamati alle urne; per decidere il futuro sui prossimi cinque anni di governo. 

Il punto focale sarà per chi votare e per quale programma di governo; situazione alquanto controversa visto il decadentismo politico che si è abbattuto come una bufera sulla nostra Penisola. 

Il Pdl dopo tutti i raggiri fatti agli italiani e le promesse non mantenute ma soprattutto dopo gli scandali politico-mafiosi che stanno interessando il partito; a partire dalle realtà più piccole come gli enti locali; se non provvederanno ad una pulizia generale della classe dirigenziale rischia di essere poco credibile.

In contrapposizione c’è il PD che è logorato più dalle fratture interne tra gli organi dirigenziali, rispetto a focalizzare l’attenzione sulla politica da tenere alle prossime elezioni. 

Problema più volte noto e tallone di Achille sin dalla nascita del partito; resistenze croniche al cambiamento e mantenimento dei poteri da parte della vecchia dirigenza. 

Fra i due schieramenti si connota il vecchio centro che non si sfoglia dalle vecchie vesti di partito clericale; ma anzi perpetra ed alimenta privilegi ecclesiastici non confacenti alla laicità della costituzione italiana; ed infine ci sono gli altri partiti di minore entità tra cui anche la lega dopo gli ultimi scandali che ne hanno logorato anche l’ideologia ispiratrice. In questo quadro complesso resta poco da decidere ed il pericolo degenerativo che potrebbe portare alla formazione di frange anarchiche è incombente. 

Abbiamo visto nascere e crescere in pochi mesi il movimento cinque stelle di Beppe Grillo il quale è dichiaratamente un antipartitico; un insurrezionale scuotitore di coscienze delle folle nel caos più totale; non hanno un programma politico ben definito; esortano la folla ad eludere il pagamento delle tasse; ed porta idee rivoluzionarie che potrebbero compromettere la stessa Costituzione. 

Il partito ha vissuto un incremento degli iscritti nell’ultimo anno; sono riusciti a canalizzare voti dalla lega dopo il fallimento; ma soprattutto hanno catalizzato l’attenzione del pubblico; perché i cittadini sono delusi del sistema politico italiano così come è concepito. 

Questi fenomeni autocratici ad un anno dalle prossime elezioni possono ripetersi se non si cambiano seriamente le cose in Italia. Bisogna avviare una politica di epurazione di massa da questa classe dirigenziale dai partiti politici; cambiare non solo persone e personalità ma concezione; modo di pensare; ed avviare una nuova era. 

E’ inconcepibile che non si varino delle legge atte a restringere le maglie delle organizzazioni mafiose che liberamente dilagano in ogni settore economico d’Italia da Nord al Sud (esempio classico: la depenalizzazione del falso in bilancio non più perseguibile penalmente); è impensabile non intensificare le pene di associazione mafiosa anche per reati associativi minori; bisogna riformare interamente la Giustizia; riformare l’essenza stessa legislativa per far ripartire il Paese. 

Bisogna varare una legge prima delle prossime elezioni affinché si riducano il numero dei rappresentanti in parlamento; questo è un obbligo morale nel confronti dei cittadini italiani; che hanno pagato di tasca propria i disastri della crisi economico-finanziaria. 

Bisogna mandare a casa questa classe dirigente barbaricamente radicata al potere ma soprattutto come avviene in Australia bisogna che siano elette persone le quali non posseggano imprese di qualsiasi genere e natura; ne grandi ne piccole, per evitare il conflitto d’interesse che ne possa derivare causando condizionamenti nel percorso legislativo ed esecutivo del Paese. 

Dare un segno di cambiamento non è soltanto necessario ma è un passo obbligatorio per ridare fiducia ai cittadini italiani nelle istituzioni.


Davide Lombino


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