L’Italia, gli italiani, la casta ed il suo male cronico

La natura ci ha regalato un dei più bei paesi che esistono al mondo, l’Italia nella sua creazione geo-morfologica è un paese completo, dove il creato si è sbizzarrito sul tutto, regalandoci mari, monti e laghi e ponendone a regno uno dei popoli più intelligenti al mondo ovvero noi italiani.
Il tutto era così perfetto al tal punto che non si poteva dare a questo paese una forma di governo diversa dalla democrazia parlamentare (perfezione auspicabile da molti paesi al mondo).
Ma la perfezione divenne imperfetta, perché i rappresentanti posti in essere al fine di governare il nostro ‘Bel Paese’ presi nella loro complessità non sono giusti.

Anzi provano a trasfigurare la bellezza naturale dell’Italia con la loro astuta capziosa  incapacità

d’agire che non danno giustizia ne all’Italia ne ai suoi abitanti.

Abbiamo notato l’impegno da parte di alcuni di voler cambiare il decorso politico distolto dell’Italia, ma senza finora aver avuto successo.
Possiamo definire la politica italiana aleatoria.
Di leggi in Italia c’è ne sono fin troppe nel nostro ordinamento giuridico, ma abbondiamo anche di parlamentari esercenti la professione di avvocatura e di conseguenza d’innumerevoli Quae iuris (dal latino interpretazione della legge), che ne riducono gli effetti fino in tal casi ad annullarli del tutto.
I giovani disperati per la mancanza di un futuro provano a sbarcare il lunario in altri paesi, criticati con ipocrite accuse verbali dallo stesso mondo politico, per la scelta rinunciataria di abbandono del proprio paese, invece di elogiare lo spirito caparbio ed avventuriero di che cerca di migliorare la propria qualità della vita.
Lo potremmo definire una sorta di sadismo egoistico basato sulla paura che il successo dei nuovi possa compromettere i privilegi della casta, una sorta di sponsor che suona così: “Nessuno è meglio di me, nemmeno tu che sei venuto dopo di me”.
L’Italia è affetta da una malattia cronica che si è diffusa a macchia d’olio come un cancro, e sarà difficile liberarsene se non con una vera presa di coscienza popolare, chiedendo a gran voce l’abolizione della casta.
La casta ha prodotto il male, ed i suoi effetti si ripercuotono come uno tsunami in tutti gli aspetti socio-economici e culturali del nostro paese.
La nazione da anni non produce PIL positivo, la crescita e pari allo zero, concordante con il tasso di crescita demografico che rispecchia e conferma lo stato di salute del nostro paese, tendente allo zero pure quello.
Se no si arresta questa tendenza negativa, rischiamo non solo di espatriare e trasformare l’Italia nel nuovo “Terzo Mondo”, ma di compromettere la nostra stessa esistenza come popolo realmente vissuto.
Non capisco se i nostri politici comprendano fino in fondo il rischio che stiamo correndo, o se semplicemente lo ignorano, pensando che la cosa possa restare sempre sotto il loro controllo.
Per impinguire le casse vuote dello Stato si sta discutendo in Parlamento di ridurre progressivamente le pensioni contributive, le quali sono diritti acquisiti, invece che tagliare drasticamente le indennità parlamentari le quali sono indennità provvisorie erogate per le mansioni pubbliche svolte.
Si è chiesto a gran voce al Capo dello Stato di riaccettare un altro mandato, per far sì che si potessero effettuare le riforme di necessità e di urgenza, ma dopo due anni dalla sua rielezione niente è stato fatto.
Mi chiedo dov’è la responsabilità di questa classe politica dirigenziale, i quali ipocritamente hanno giurato alla repubblica italiana prima d’insidiarsi in Parlamento, giuramento che implica il peso di responsabilità assunto solo per il bene esclusivo della cittadinanza.
Quella cittadinanza che arranca e si dispera, sembra relegata ad uno dei cerchi concentrici del limbo del poema dantesco, incapace di reagire più per spirito di rassegnazione che per incapacità d’agire.
Davide Lombino

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un'altro punto di vista