Rai International; una risposta per gli Italiani all’estero

Cari amici oggi affrontiamo un tema molto a cuore degli italiani che vivono all’estero. 

A causa dei tagli programmati dal precedente governo Berlusconi alla convenzione presidenza del consiglio; le testate giornalistiche italiane che scrivono per i nostri connazionali che vivono all’estero; rischiano di restare senza fondi; e pertanto sono costretti a licenziare collaboratori o chiudere. 

Con la stampa anche Rai International, programma statale che si occupa d’intrattenere e trasmettere programmi italiani nel mondo; dal 1 gennaio 2012 a causa della mancanza dei fondi rischia la chiusura totale. Il programma nel corso degli anni e delle finanziarie occorse; ha già subito una decurtazione dei fondi pari al 70%. Un’ulteriore ritocco significherebbe la chiusura totale della trasmissione; ciò resta inammissibile.

La funzione di Rai International; non soltanto è quella di trasmettere programmi italiani; ma anche quello di servire come anello di congiunzione tra l’Italia e i propri cittadini residenti all’estero, per farli sentire partecipe della vita del proprio paese; svolge quindi anche una funzione sociale. Il programma rappresenta qualcosa di più di un semplice canale televisivo ha una funzione vitale per tutti coloro che già amaramente hanno dovuto lasciare l’Italia per cercare un lavoro altrove; adesso si preclude anche la chiusura della Main Road che lega gli italiani che vivono all’estero al nostro paese. 

Dobbiamo anche considerare che i nostri residenti all’estero acquistano prodotti italiani; perché vivere fuori dai confini nazionali; non vuol dire rinunciare all’Italia; ciò produce per l’Italia un giro d’affari annuo pari a 15 milioni di euro. 

Pertanto credo che bisogni dare un contributo da parte di tutti; affinché la chiusura non accada. Bisogna tenere presente che non tutte le persone che vivono all’estero; hanno fatto questo passo per scelta di vita; ma per necessità e l’Italia e il governo con tutte le forze politiche, devono dare prova di attaccamento e rispetto per i nostri connazionali cercando di fare uno sforzo e trovare un accordo; e prendere un impegno con 4 milioni di persone (tanti sono gli italiani che vivono fuori i confini nazionali); affinché Rai International possa continuare la sua programmazione. 

Un altro grido di protesta arriva anche dai giornalisti; editori; produttori che lavorano per il programma e rischiano la perdita del lavoro; il 12 dicembre si riuniranno in assemblea sindacale per l’apertura di un tavolo di trattativa che preveda l’immediata ricollocazione dei giornalisti salvaguardando le mansioni professionali e le funzioni specifiche. 

La questione pertanto è duplice e accomuna gli italiani d’Italia e del mondo; senza barriere di confini geografici; da una parte una funzione socio-culturale; dall’altra la salvaguardia dei posti di lavoro; in un periodo di crisi congiunturale dove in Italia c’è poco lavoro bisognerebbe quantomeno cercare di conservare quelli che sono rimasti senza aggravare la già gravosa situazione degli italiani. 

Da un anno vivo all’estero e sento molto la questione dei miei connazionali; guardo anch’io Rai International e se discussione bisogna aprire; non è tanto sulla chiusura del servizio; ma più che altro il miglioramento dei contenuti. 

Credo che nella programmazione si possa fare di meglio; non che io sia un produttore; o un opinionista, ma un canale a pagamento dovrebbe produrre maggiore qualità ed eliminare dei programmi che servono a ben poco. In definitiva l’Italia ha il dovere di mantenere un rapporto diretto con i propri connazionali oltre confine; perché gli italiani mai dimenticano il proprio paese di origine; c’è chi fa ritorno anche per visitarla; ma anche chi non è più andato da quando è partito, e pertanto sente il bisogno di sapere; conoscere e vedere cosa succede in Italia, ne ha nostalgia e guardando Rai International ha quell’appagamento interiore che come disse Totò Cutugno in una sua celebre canzoni che s’intitolava L’Italiano: “Lasciatemi cantare; perché ne sono fiero; sono un italiano; un italiano vero”.

Davide Lombino


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