Un modello economico nuovo; per far ripartire l’Italia

Cari amici dopo un periodo di break per il periodo natalizio; sono tornato a scrivere anche se i problemi italiani incalzano sempre più. 

Oltre alla pioggia di tasse che sta cadendo sulla nostra penisola; il 27 dicembre 2011 è arrivato un fax presso le sedi sindacali della Omsa azienda leader nella produzione di indumenti intimi per donna con marchio Golden Lady; dove si preavvisa il licenziamento di 239 lavoratrici già in cassa integrazione. I licenziamenti partiranno dal 14 marzo 2012, giorno in cui si concluderà il periodo di cassa integrazione programmata. 

La notizia ha colto di sorpresa anche la Regione Emilia-Romagna, che era intervenuta per cercare di salvaguardare i livelli occupazionali. 

Ciò avvalora quanto già detto, l’Italia ha bisogno di una politica programmatica di sviluppo occupazionale e territoriale. Bisogna rifare il make up al nostro paese; e far sì che gli investitori sia italiani che esteri  ritornino a credere sul potenziale italiano. 

Ciò si può realizzare risaldando le cicatrici apertesi durante il precedente governo con Confindustria, cercando una maggiore integrazione fra parti politiche ed industriali, ma salvaguardando l’interesse pubblico.
Bisogna equipaggiare l’Italia di un nuovo motore economico molto più potente e competitivo di quello utilizzato negli ultimi venti anni. Occorre come già detto unità. 

E’di questi giorni la notizia che il leader della lega Umberto Bossi ha attaccato il presidente della repubblica Napolitano accusandolo di essere il responsabile della nascita di un governo tecnico; non solo ma anche di avere incentivato la manifestazione occorsa in memoria della nascita dell’unità d’Italia (loro vogliono la Padania). 

Resta inammissibile che nel nostro paese dove si parla tanto di democrazia, non si prendano seri provvedimenti alla chiusura di un gruppo politico che inneggia alla secessione dello stato Italiano ed ancor di più mira pericolosamente alla democrazia ed alla repubblica; come si fece per il partito fascista bandito dalla nostra costituzione, bisognerebbe sedare sul nascere chi inneggia alla divisione del paese; persone per le quali i propri antenati hanno lottato per la formazione di uno stato unico e sovrano e hanno perso la vita; ciò significa rinnegare se stessi e le proprie origini. 

Spero che il governo Monti sia un governo del “doing” e non del “thinking”; giovedì scorso è stata presentata la fase due del decreto ”salva Italia” ovvero il processo che dovrebbe cambiare le forze economiche involutive del periodo, in processi evolutivi di crescita economica. 

Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito al fallimento governativo delle nostre forze politiche che hanno creato problemi gravi e profondi; poi risollevati dai governi tecnici prima con Giuliano Amato nel 1995 e ora con il governo Monti. Penso che sia arrivato il momento di cambiare i volti della politica italiana come fu’ per i politici  della Prima Repubblica durata oltre cinquanta anni; la Seconda Repubblica è già al capolinea, ha già esaurito tutte le forze e le idee possibili. 

Non vergogniamoci di questo, d’altronde la Francia è un paese che ha più esperienza in campo; eppure è arrivata alla formazione della Quinta Repubblica con quattro fallimenti alle spalle, noi siamo ancora giovani solo centocinquant’anni di storia alle spalle. Il motto è “Lasciare spazio ai giovani”, che non è solo un modo di dire, ma un imperativo assoluto che occorre attuare al più presto per evitare che l’Italia sia un paese vecchio non solo demograficamente, ma anche economicamente. 

Lasciamo infine la demagogia politica, chimera teorica cerchiamo dialoghi e consensi e azioni rivolte per il perseguimento di un obiettivo comune: il bene del nostro paese. 

Infatti in Italia in quest’ultimo ventennio, abbiamo assistito solo a guerra partitiche, e nessuna apertura al dialogo tra maggioranza ed opposizione, auspichiamo almeno per una volta, che le forze politiche possano collaborare fra loro per far sì che questo governo se pur fatto di tecnici possa lavorare, e portare a termine un disegno di legge tanto idilliaco quanto  arduo per fare ripartire quel grande paese qual’ è l’Italia.


Davide Lombino


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